
Il viaggio del Metodo Gioìa
dalla Romagna a New York
Un’esperienza che ha portato il linguaggio del corpo e dell’anima
oltre oceano.
Ci sono momenti che segnano un punto di svolta.
Il 2013 è stato uno di quelli: il mio primo libro mi ha portata fino a New York, dove ho avuto l’onore di presentare il mio lavoro a un pubblico internazionale.
È stato il primo passo di un cammino che oggi continua con il Metodo Gioìa, un approccio nato dal cuore e dalla ricerca, capace di parlare a persone di ogni età e cultura.


È stata una delle esperienze più vere della mia vita.
In un contesto così lontano dal mio mondo quotidiano, ho sentito quanto la mia ricerca potesse parlare anche a chi vive realtà completamente diverse.
Perché quando parli di vita, di movimento, di presenza, di autenticità… non serve tradurre.
Il corpo capisce, il cuore riconosce.
“Condividere ciò che amo fare mi ha fatto capire che il linguaggio della Gioia è Universale.
Dove c’è verità, l’altro sente. Sempre.”


Da quell’esperienza ho compreso che il Metodo Gioìa non appartiene a un luogo, ma a un modo di essere nel mondo.
Che il mio lavoro, nato in una piccola realtà italiana, può risuonare ovunque ci siano persone pronte a ritrovare connessione, sensibilità e consapevolezza.
Oggi quell’invito oltre oceano rimane per me un simbolo di apertura e fiducia. Non tanto per il riconoscimento esterno, ma perché mi ha confermato che l’educazione è un ponte: un gesto d’amore che attraversa culture, storie, generazioni.

Da una piccola casa di Romagna, un messaggio che ha toccato i cuori anche oltre oceano.
