I RIFLESSI PRIMITIVI. Il linguaggio arcaico del corpo e la sua integrazione energetica e spirituale.
- alessandragioiamorri
- 25 giu
- Tempo di lettura: 5 min

I riflessi primitivi sono movimenti automatici e involontari presenti fin dalla vita intrauterina. Si manifestano nei primi mesi di vita del neonato e hanno il compito di garantire la sopravvivenza, facilitare la nascita, la nutrizione, il radicamento corporeo e lo sviluppo neurologico. Questi riflessi rappresentano un ponte tra il sistema nervoso più arcaico e quello superiore, che si svilupperà nei mesi e anni successivi.
In un percorso evolutivo fisiologico, i riflessi primitivi si attivano, si rafforzano e poi scompaiono, integrandosi nel sistema nervoso centrale per lasciare spazio al movimento volontario e al controllo motorio. Tuttavia, in alcuni bambini questi riflessi non si integrano correttamente, restando attivi oltre il tempo previsto e influenzando diversi aspetti dello sviluppo: dal movimento alla postura, dall'attenzione all'emotività, fino al comportamento sociale.
Questo fenomeno può essere interpretato non solo da un punto di vista neuroscientifico, ma anche attraverso una lente più sottile, quella energetica e spirituale. In questo articolo esploreremo entrambe le dimensioni, offrendo una visione integrata che abbraccia il corpo, l’anima e il cammino evolutivo del bambino.
Cosa sono i riflessi primitivi?
I riflessi primitivi sono reazioni automatiche del sistema nervoso centrale che non richiedono alcun controllo cosciente. Tra i principali troviamo:
riflesso di Moro, che rappresenta una risposta di allarme agli stimoli improvvisi;
riflesso di suzione, fondamentale per l’allattamento;
riflesso tonico asimmetrico del collo (ATNR), che prepara la coordinazione occhio-mano;
riflesso tonico simmetrico del collo (STNR), implicato nella transizione dal gattonare alla posizione eretta;
riflesso di Galant, coinvolto nel movimento del tronco;
riflesso di Babinski, che ha a che fare con la maturazione del sistema nervoso centrale.
Questi riflessi sono come "strumenti temporanei" che il neonato utilizza nei primi mesi di vita. Man mano che il cervello matura, specialmente grazie al movimento spontaneo e al gioco libero a terra, i riflessi primitivi vengono inibiti e integrati. Ciò consente l’attivazione di riflessi posturali più complessi, che garantiscono equilibrio, coordinazione, motricità fine e regolazione emotiva.
Quando questo processo non avviene correttamente, i riflessi restano attivi in modo latente, interferendo con le funzioni superiori. I bambini possono allora presentare difficoltà scolastiche, goffaggine motoria, iperattività o passività, fobie, ansia, enuresi, disturbi dell’attenzione, dislessia, problemi di scrittura, e altre difficoltà comportamentali ed emozionali.
Perché i riflessi primitivi devono integrarsi?
L'integrazione dei riflessi primitivi è un passo fondamentale per lo sviluppo di:
Un buon equilibrio tra sistema simpatico e parasimpatico;
Un sano controllo motorio e posturale;
Una capacità di attenzione sostenuta;
Un’adeguata risposta allo stress;
La regolazione delle emozioni e dei comportamenti.
Non si tratta solo di movimenti fisici, ma di processi che permettono al bambino di costruire una base sicura per l’apprendimento, la socializzazione, la creatività e la connessione con sé stesso e con il mondo.
Quando i riflessi restano attivi, il corpo si comporta come se fosse costantemente in "modalità di sopravvivenza". Questo stato altera il tono muscolare, la respirazione, la capacità di concentrazione e persino il senso di identità. Il bambino può sentirsi inadeguato, ansioso, e frustrato senza sapere il perché.
Ed è qui che la visione energetica e spirituale ci apre nuove possibilità di comprensione.
Lettura energetica e spirituale della mancata integrazione
La mancata integrazione dei riflessi primitivi nei bambini può essere osservata anche da un punto di vista più sottile, legato all’anima, alla memoria cellulare e al campo energetico familiare.
Di seguito, alcune chiavi di lettura:
La scelta dell’anima, un corpo per una missione
Alcuni bambini scelgono, prima dell’incarnazione, un corpo con specifiche sfide neuromotorie per esplorare esperienze di vita particolari. Potrebbero aver scelto un sistema nervoso ipersensibile o più lento a maturare, per sviluppare qualità come:
empatia profonda,
radicamento nella lentezza,
resilienza,
o per portare consapevolezza collettiva su tematiche legate al corpo, alla regolazione emozionale, al trauma.
A livello animico, può trattarsi di un’incarnazione in cui il bambino porta ancora memorie da integrare legate a esperienze di controllo, fuga o immobilizzazione, spesso collegate a vite passate o al campo morfogenetico familiare.
Traumi perinatali o prenatali e memoria cellulare
Quando un bambino ha vissuto:
una nascita difficoltosa o medicalizzata,
un distacco precoce dalla madre,
uno stress emotivo in gravidanza,
può aver ricevuto un segnale di pericolo continuo, che impedisce l'attivazione del sistema nervoso parasimpatico necessario per la maturazione e l’integrazione dei riflessi primitivi.
Energeticamente, è come se il corpo restasse "in allerta", trattenendo quei riflessi come una forma di auto-protezione, un’ancora arcaica per gestire un mondo percepito come insicuro.
Dissociazione o frammentazione energetica
In alcuni bambini, l’anima non si ancòra pienamente nel corpo nei primi mesi o anni di vita. Questo può avvenire per varie ragioni:
una gravidanza non accolta o non desiderata,
un trauma familiare irrisolto,
una vulnerabilità animica che rende difficile il “radicamento” energetico.
Conseguenza spirituale: se l’anima resta “parzialmente fuori”, il corpo non riceve il pieno impulso vitale necessario per maturare tutte le sue funzioni di base, tra cui l’integrazione motoria dei riflessi arcaici.
Schemi transgenerazionali e “fedeltà invisibili”
Alcuni bambini non integrano i riflessi perché stanno, inconsapevolmente, rispecchiando o portando blocchi di generazioni precedenti:
rigidità,
paura del cambiamento,
modelli familiari di sopravvivenza congelati nel corpo.
Questo può manifestarsi come ripetizione somatica di qualcosa che non è stato sciolto a livello energetico nella linea materna o paterna. È come se il corpo del bambino stesse "parlando" un linguaggio antico, che attende ascolto e trasmutazione.
Bambini “ponte” tra mondi
Alcuni bambini arrivano con un’impronta più "cosmica" o spirituale, molto sensibili alle frequenze sottili, ma non ancora del tutto adattati alla densità del corpo fisico e della materia terrestre.
Questi bambini potrebbero avere difficoltà a compiere movimenti basilari come il “tummy time”, il rotolamento o a tollerare il contatto fisico profondo… perché non sono ancora scesi del tutto nella materia.
Hanno bisogno di rituali, contatto con la natura, lentezza, canti, movimenti dolci… per sentirsi “accolti sulla Terra”.
Un invito alla presenza e all’ascolto profondo
Quando un bambino non integra i riflessi primitivi, il corpo sta gridando qualcosa che l’anima sa già.
È un invito a rallentare, ascoltare, osservare senza correggere, riconoscere che l’anima sta chiedendo tempo, presenza e amore per poter abitare pienamente il corpo.
Non si tratta di "correggere" il bambino, ma di offrirgli un contenitore sicuro, accogliente, che parli il suo linguaggio corporeo e sottile. Il tocco consapevole, il gioco libero, la musica, il canto, la natura e la connessione profonda con chi lo accudisce possono diventare strumenti preziosi.
I riflessi primitivi sono molto più di semplici automatismi del sistema nervoso: sono il linguaggio originario del corpo, una mappa antica che guida l’anima a radicarsi nella materia. Quando questo linguaggio resta attivo oltre il tempo previsto, c’è un messaggio da ascoltare, un passaggio da accompagnare, una memoria da trasmutare.
Guardare a questi segnali non come "problemi da risolvere", ma come richieste di presenza, amore e riconnessione profonda, ci permette di accompagnare i bambini con rispetto, fiducia e saggezza.
In questo spazio sacro tra corpo e anima, ogni bambino può trovare il suo tempo, il suo ritmo e la sua via per abitare pienamente la Terra.
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