
Nel mondo attuale, siamo sempre più esposti a un sistema che sembra desideroso di classificare, etichettare e frammentare ogni aspetto della vita umana. Una delle aree più colpite da questa tendenza è l'educazione e la comprensione dei bambini. Siamo circondati da sigle come DSA (Disturbi Specifici dell'Apprendimento), ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività), BES (Bisogni Educativi Speciali) e altre etichette che nascono e si diffondono rapidamente, soprattutto dagli Stati Uniti. Questi acronimi e definizioni vengono spesso utilizzati per identificare bambini che non si adattano alle aspettative standardizzate del sistema educativo e sociale.
Ma cosa si nasconde dietro queste etichette? È davvero possibile comprendere la complessità di un bambino, di un essere umano, attraverso una semplice sigla?
L'Etichettatura. Una soluzione o una scorciatoia?
Da insegnante e professionista con oltre 30 anni di esperienza nel lavoro con i bambini, ho spesso riflettuto su come la società tenda a semplificare e categorizzare le persone. Il sistema cerca di trovare soluzioni rapide per affrontare le difficoltà che i bambini possono incontrare nel loro percorso scolastico e sociale. Tuttavia, questo processo di etichettatura può ridurre la percezione che abbiamo della persona. Quando etichettiamo un bambino come DSA, ADHD o BES, rischiamo di concentrarci esclusivamente su quello che il sistema considera un "problema", dimenticando di vedere l'individuo nella sua interezza e vi posso assicurare che lì fuori, soprattuo nel mondo dei social, per attrarre usano sempre la famosa sigla ADHD.
La verità è che ogni bambino è molto più di un'etichetta. Ogni bambino ha una complessità unica, una bellezza interiore che non può essere racchiusa in una sigla o in un numero di sintomi. Ma il sistema, spesso sovraccaricato e poco incline ad ascoltare davvero, cerca di trovare soluzioni semplificate per sfuggire alla complessità del mondo interiore dei bambini. Etichettare diventa un modo per evitare l'impegno necessario per comprendere a fondo.
La Trappola del frammentare
Quando un bambino viene etichettato, il rischio è quello di frammentare la sua identità. Improvvisamente, non è più visto come un tutto, ma come una serie di sintomi o di difficoltà da risolvere. Si perde la visione globale del bambino, della sua anima, delle sue passioni e dei suoi punti di forza. Un bambino con difficoltà nell'apprendimento potrebbe essere un artista straordinario, un pensatore profondo o una persona con una sensibilità speciale che sfugge alle definizioni standard.
Ma in un mondo sempre più frammentato e basato sull'efficienza, il sistema educativo spesso non ha il nè il tempo né le risorse per esplorare queste dimensioni più profonde. I bambini vengono incasellati in categorie che permettono agli insegnanti e ai professionisti di gestire meglio il loro lavoro, ma a un costo altissimo per il bambino stesso: la perdita della sua autenticità.
La Forza dei messaggi che circolano in rete
La tecnologia ha amplificato questa tendenza. Sui social media, in particolare, proliferano contenuti che promuovono diagnosi rapide, etichette facili e soluzioni preconfezionate per i problemi dell'infanzia. Si tende a condividere e a dare forza a informazioni che incoraggiano ulteriormente la frammentazione. E più diamo forza a questi messaggi, più diventiamo parte di un sistema che riduce l'essere umano alla sua problematica apparente, ignorando le dimensioni più profonde e complesse della sua esistenza.
Rimanendo immersi in questo flusso di informazioni frammentarie e parziali, rischiamo di perdere il contatto con l'essenza dell'educazione e della relazione con l'altro. L'educazione non dovrebbe essere un processo meccanico o basato su protocolli rigidi o semplici schede, come fanno oltreoceano, che semplificano tutto con su dei fogli di carta. Dovrebbe, invece, essere un processo di ascolto profondo, di apertura verso l'altro nella sua totalità.
Tornare a vedere l'interezza
Il nostro compito, come educatori, genitori e adulti responsabili, è quello di tornare a vedere l'interezza dell'essere umano. Dobbiamo impegnarci per comprendere che un bambino non è solo un insieme di comportamenti problematici o di difficoltà scolastiche. Un bambino è un universo complesso, un essere dotato di una ricchezza interiore infinita che spesso sfugge alle etichette imposte dal sistema.
Riconoscere questa interezza significa anche dare valore alla bellezza che si trova dietro le sfide. Un bambino che fatica a concentrarsi potrebbe avere una mente creativa che lo porta a esplorare mondi immaginari. Un bambino che ha difficoltà con la lettura potrebbe essere dotato di un'intelligenza emotiva straordinaria, capace di comprendere e sentire profondamente le emozioni degli altri.
La profondità del Contatto umano
Per accedere a questa bellezza nascosta, però, è necessaria una cosa fondamentale: il contatto umano. Un contatto che va oltre le apparenze, che non si ferma alla superficie dei sintomi o dei comportamenti, ma che cerca di entrare in sintonia con l'anima dell'altro. Questo richiede tempo, pazienza e una grande capacità di ascolto. Richiede di sospendere il giudizio, di mettere da parte le etichette e di vedere il bambino, o l'essere umano di fronte a noi, nella sua totalità.
Ascoltare davvero significa non solo udire le parole o osservare i comportamenti, ma anche sentire l'energia, le emozioni e le sfumature che si nascondono dietro ogni gesto. È un'arte che abbiamo forse dimenticato in un mondo sempre più veloce e frenetico, ma che è fondamentale per creare relazioni significative.
L'Ascolto del bambino interiore
Un altro aspetto importante è che, per riuscire ad ascoltare gli altri in profondità, dobbiamo prima imparare ad ascoltare noi stessi. Questo significa riconnettersi con il proprio bambino interiore, con quelle parti di noi che forse sono state frammentate o etichettate nel corso della nostra crescita. Spesso, le ferite che portiamo dentro possono ostacolare la nostra capacità di entrare in empatia con gli altri.
Imparare a guarire queste ferite, a ricostruire la nostra interezza, è un passo essenziale per poter accompagnare i bambini nel loro percorso. Un adulto che è in contatto con la propria autenticità sarà in grado di riconoscere e valorizzare l'autenticità del bambino, senza cercare di incasellarlo o di conformarlo a uno standard prestabilito.
Una nuova Educazione olistica
Per affrontare davvero le sfide dell'educazione moderna, è necessario un cambiamento di paradigma. Dobbiamo passare da un modello frammentato e basato sulle etichette a un modello olistico che riconosca l'interezza dell'essere umano. Un'educazione olistica è un'educazione che si prende cura di tutti gli aspetti del bambino: il corpo, la mente, le emozioni e lo spirito.
Nel metodo Gioìa4kids, che ho sviluppato dopo anni di lavoro con i bambini, mettiamo al centro proprio questo approccio globale. Il bambino è visto nella sua totalità e ogni attività è pensata per stimolare non solo lo sviluppo cognitivo, ma anche quello emotivo, energetico e spirituale. In questo modo, il bambino non viene frammentato, ma viene accompagnato in un percorso di crescita armoniosa.
Un esempio pratico di questo approccio è l'integrazione dei movimenti somatici con l'arte e i giochi energetici, i GiocaKi, che aiutano i bambini a riconoscere e sviluppare il loro corpo energetico. Queste attività non solo rafforzano la consapevolezza del proprio corpo e delle proprie emozioni, ma favoriscono anche un profondo contatto con il proprio essere interiore, un aspetto spesso trascurato dalle etichette e dalle diagnosi.
Il ruolo della Comunità.
Un altro aspetto cruciale di questa nuova visione dell'educazione è il ruolo della comunità. In un mondo che tende a isolare e frammentare, è fondamentale riscoprire il valore della connessione e della condivisione. I bambini crescono all'interno di una rete di relazioni, e il loro benessere dipende anche dalla qualità di queste relazioni.
Creare comunità educative dove bambini, genitori ed educatori possono incontrarsi, condividere esperienze e sostenersi a vicenda è un passo importante per costruire un futuro più armonioso. Nel mio lavoro, organizzo laboratori e incontri dove i bambini possono sperimentare un ambiente di apprendimento diverso, lontano dalle pressioni del sistema tradizionale. In questi spazi, i bambini possono esprimere la loro autenticità senza timore di essere giudicati o etichettati.
Un mondo Nuovo è possibile.
La frammentazione e l'etichettatura che caratterizzano il sistema attuale non sono inevitabili. Abbiamo la possibilità di scegliere un altro modo di educare, di relazionarci e di vivere. Un modo che riconosca l'interezza dell'essere umano e che valorizzi la complessità, la bellezza e l'autenticità di ciascuno di noi.
Tutto inizia con un cambiamento di visione. Se vogliamo creare un mondo più armonioso, dobbiamo iniziare a vedere noi stessi e gli altri non come etichette o categorie, ma come esseri umani completi, pieni di potenzialità e di bellezza. Solo così potremo davvero accompagnare i bambini nella loro crescita, aiutandoli a scoprire e a esprimere la loro vera essenza.
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